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Da una parte la corsa contro il tempo per evitare intoppi causati dal meteo, dall'altro uno slalom tra gli aumenti delle materie prime e i rallentamenti delle consegne di alcune attrezzature: ma nonostante gli ostacoli, l'Estonia sta continuando la costruzione dell'infrastruttura del confine sudorientale secondo i tempi prefissati. Il confine in questione è quello che la piccola repubblica baltica condivide con la Russia di Vladimir Putin: 338 chilometri di cui 135 via terra, 127 lungo il lago Peipsi, mentre 76 combaciano con il fiume Narva. Tallinn ha deciso di erigere sul confine terrestre un muro di filo spinato dotato di apparecchiature di monitoraggio e video controllo. Il primo lotto è già stato completato, mentre sono in corso i lavori sul secondo tratto, che si sviluppa su 40 chilometri, e al servizio del quale saranno realizzate anche strade di accesso funzionali al pattugliamento. Nonostante l'aumento dei prezzi dei materiali di costruzione e le difficoltà legate all'arrivo delle forniture, riporta il sito dell'emittente Err, i lavori dovrebbero essere comunque completati entro l'inizio del 2025. Rispettando l'iniziale tabella di marcia. La terza sezione, che si sviluppa sugli ultimi 50 chilometri, dovrebbe partire entro la fine dell'anno.

«Fortunatamente, siamo riusciti a rispettare il programma concordato», ha dichiarato Merle Tikk, responsabile del progetto per la costruzione dell'infrastruttura di confine presso la polizia estone e il consiglio della guardia di frontiera. «La collaborazione con l'appaltatore è stata molto buona e siamo riusciti a superare alcune difficoltà legate alla fornitura di materiali e attrezzature varie. I prezzi di costruzione sono diventati più costosi, in alcuni casi sono aumentati anche del 20 o 30%».

Il confine tra Estonia e Russia si snoda tra zone umide e foreste, dove l'urbanizzazione è lontana. Per realizzare le strade servono quindi importanti lavori, che necessitano di mezzi pesanti per portare il manto stradale e i vari materiali di costruzione necessari. «Questo deve assolutamente essere fatto prima del disgelo primaverile», ha ricordato Andres Kongo, guardia di frontiera al valico di Piusa. Col disgelo, infatti, il fango prende il sopravvento e per i camion diventa piuttosto complicato, per non dire impossibile, accedere in certi punti. Intanto, però, con il freddo proseguono anche i lavori di costruzione delle recinzioni. «I primi pali sono stati posati in estate, i lavori sono poi proseguiti durante l'autunno anche con l'installazione dei pannelli di recinzione», ha aggiunto Kongo. «Ora è possibile posizionare anche il filo spinato sulla recinzione».

I lavori del secondo lotto hanno un costo di 18 milioni di euro, mentre l'intero progetto richiede un budget di 147 milioni di euro.

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