Gli animali non creano gas serra – Ruminantia – Web Magazine del mondo dei Ruminanti

2023-03-23 17:42:55 By : Ms. Lily Lee

Dire che gli animali non creano, cioè che non producono dal nulla, gas serra (anidride carbonica o CO2 e metano CH4) che causano il riscaldamento del nostro pianeta, sembra un’affermazione quasi folle, che va contro molto di quello che si è detto e si continua a dire. Questa affermazione si basa invece su una corretta visione del Ciclo del Carbonio, e cioè di un quadro globale e non parziale del problema.

Vediamo come questo sia possibile, semplificando l’esposizione.

Sulla terra il carbonio è presente nelle rocce, in depositi profondi di carbone, petrolio e metano, e nell’atmosfera. Sulla superficie della terra e nei mari, le alghe e le piante di ogni tipo tramite la fotosintesi clorofilliana usano il carbonio della CO2 presente nella atmosfera per produrre zuccheri, amidi, grassi, lignina e altri componenti. Gli animali di ogni genere, dagli insetti e i pesci fino ai mammiferi, e tra questi anche l’uomo, mangiando i vegetali e le carni di animali vegetariani degradano zuccheri, amidi e grassi ricavandone energia, e restituiscono il carbonio sotto forma di CO2 e CH4 che immettono nell’atmosfera, dove il carbonio è pronto per un nuovo e perenne ciclo. Alla fine, tanto carbonio è estratto dalle piante dall’atmosfera quanto ne viene immesso nell’atmosfera dagli animali, in un ciclo per il quale si può dire che gli animali non creano gas serra perché anche per il carbonio nulla si crea e tutto si trasforma, e la stessa quantità di carbonio prodotto dalle piante anche senza gli animali sarebbe immesso alla fine nell’atmosfera con la loro morte e disfacimento.

Il ciclo del carbonio è perturbato quando nell’atmosfera ne è immessa una nuova quantità. Questo avviene per opera dei vulcani, ma soprattutto di recente è l’uomo che sta gravemente sconvolgendo questo ciclo, non più bruciando legno vegetale ma usando prima il carbone e poi il petrolio e il gas metano, immettendo così in atmosfera sempre maggiori quantità di carbonio fossile con una rapidità che le piante non riescono a riciclare. La conseguenza inevitabile è un Ciclo del Carbonio con una maggiore quantità di carbonio, e quindi un’elevazione della sua concentrazione nell’atmosfera con i conseguenti effetti serra.

Quale è il ruolo degli allevamenti animali nel Ciclo del Carbonio?

Nel caso di allevamenti tradizionali, iniziando dalla pastorizia, non vi è nessun perturbamento del Ciclo del Carbonio, e quanto carbonio è estratto dall’atmosfera altrettanto le è restituito.

Nel caso degli allevamenti intensivi il Prof. Wilhelm Windisch dell’Università di Monaco di Baviera nell’ultimo webinar di Shothorst Feed Research (02/02/2023) considera l’alimentazione del bestiame nel contesto della circolarità agricola, affermando che c’è una differenza sostanziale fra la CO2 emessa da un animale come prodotto della combustione metabolica dei nutrienti di cui si è cibato (emissione biogenica) e quella emessa da un veicolo per combustione interna di una fonte energetica fossile. Negli allevamenti la CO2 era già presente in atmosfera prima di essere convertita dalla fotosintesi clorofilliana in carboidrati dei foraggi di cui l’animale si è alimentato, e la CO2 riciclata attraverso la fotosintesi delle piante e la digestione negli animali non altera il bilancio del carbonio in atmosfera che si chiude in parità. Nel secondo caso, quello dei veicoli, la CO2 deriva dal carbonio del carbone e idrocarburi non presenti in atmosfera prima dell’estrazione dai giacimenti sotterranei, e va ad aggiungersi a quello atmosferico producendo un aumento della temperatura terrestre.

Si può quindi concludere che oggi gli allevamenti intensivi non contribuiscono al riscaldamento climatico se non per la piccola parte che non riguarda il bestiame ma il sistema di allevamento nel quale vi è un diretto o indiretto uso di combustibili fossili per muovere i trattori che arano e raccolgono i foraggi, le macchine che mungono le vacche, i frigoriferi che conservano il latte, l’energia usata nei ventilatori. Tutte attività che potrebbero funzionare usando il biogas ottenuto dalle deiezioni animali e l’elettricità ottenuta da pannelli solari o da pale eoliche, raggiungendo così una completa neutralità nel ciclo del carbonio.

Gli animali in quanto tali non intervengono nel perturbamento del Ciclo del Carbonio con un aumento del CO2 e CH4 nell’atmosfera, e lo interessano solo indirettamente con il sistema di allevamento che usa combustibili fossili e per il quale si prevede, e si sta compiendo, un rimboschimento che merita una breve considerazione.

I boschi, infatti, hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia del nostro pianeta perché l’atmosfera di oggi è stata raggiunta solo nel periodo geologico del Carbonifero (360 – 300 milioni di anni fa). In questo periodo la diffusione delle piante produce grandi quantità di ossigeno, unitamente al seppellimento di altrettanto grandi quantità di sostanza organica contenente carbonio presente nell’aria come anidride carbonica, costituendo così i giacimenti di carbone, petrolio e metano. In questo modo i boschi del carbonifero hanno fatto aumentare nell’aria l’ossigeno fino farlo arrivare al 21%, e hanno diminuito l’anidride carbonica che oggi l’uomo ha aumentato, e continua a far aumentare, liberandola dai depositi fossili di carbone, petrolio e gas metano. Gli ecosistemi forestali, e i boschi in particolare, sono in grado di conservare anche per periodi di tempo relativamente lunghi il carbonio assimilato, soprattutto nel legno degli alberi e nel suolo forestale. Inoltre, l’uso dei prodotti legnosi consente di mantenere bloccate considerevoli quantità di carbonio per tutto il ciclo di vita delle opere e dei manufatti. Di conseguenza, gli ecosistemi forestali, nel ciclo geochimico ed in quello biogeochimico del carbonio, svolgono contemporaneamente le funzioni di pool di scambio e di pool di riserva, e da qui la necessità di conservare, ristabilire e ampliare le foreste, e soprattutto di non bruciare il loro legno che metterebbe in circolazione il carbonio.