Scoperto in Germania il "filo spinato" usato da Cesare contro i Galli. - MediterraneoAntico

2023-03-23 17:20:48 By : Ms. KARI POON

A Bad Ems, a qualche decina di chilometri a nord di Francoforte sul Meno, un team di archeologi della Goethe University di Francoforte guidato dal Prof. Frederic Auth ha portato alla luce i resti delle fortificazioni utilizzate da Giulio Cesare contro i Galli durante l’assedio di Alesia nel 52 a.C. Si tratta, in modo particolare, di un antico filo spinato in legno, che faceva parte di un ben più complesso sistema di difesa e fortificazioni che comprendeva una serie di fossati e pali.

Il sito di Bad Ems si trova sull’antico confine settentrionale dell’Impero Romano, oltre il quale vivevano le tribù dei Galli, di cui Cesare dà un’ampia descrizione nel suo De Bello Gallico. Sin dal XIX secolo gli archeologi hanno indagato questa zona con l’intenzione di portare alla luce l’accampamento romano, ma è stato solo grazie a un rinvenimento fortuito del 2016 che si conosce l’esatta ubicazione e l’estensione di tale accampamento: si estendeva su un’area di 8 ettari, era circondato da un fossato e da una serie di circa 40 torri di avvistamento in legno.

Ma cosa ci dice il filo di ferro, o meglio di legno, rinvenuto nelle scorse settimane? Il ritrovamento di chiodi di legno e di una moneta del 43 d.C. hanno fatto supporre che questo sistema difensivo sia stato costruito sulla base di quello descritto da Cesare e utilizzato nella campagna contro i Galli, precedendo di più di 50 anni il sistema di fortificazioni noto come limes che a partire dal 110 d.C. ha tracciato il confine settentrionale.

In modo particolare, il comandante della guarnigione voleva impiegati nella difesa del confine il minor numero di soldati possibile, per questo motivo vennero realizzate delle trincee nel terreno, in cui venivano fissati tronchi di alberi molto spessi e affilati; il tutto veniva poi ricoperti da rami affilati.

Queste di Bad Ems rappresentano quindi il primo esempio finora noto delle fortificazioni descritte da Cesare: “Per questo tagliavano tronchi d’albero o rami, piallavano e affilavano le estremità, realizzavano fosse profonde, la cui profondità era di cinque piedi. Le punte dei rami erano poste in file di cinque, così unite e intrecciate che chi chiunque fosse entrato, rimaneva infilzato da quegli speroni acutissimi” (De bello Gallico, VII, 72-74).

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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